Integrare la sicurezza nello sviluppo software con DevSecOps
Non ci sono più dubbi: DevSecOps è da tempo diventato un termine sempre più comune nel mondo dello sviluppo software. Questa pratica, che aggiunge la sicurezza ai processi già consolidati di DevOps, rappresenta l’evoluzione necessaria per rispondere alle nuove sfide imposte dal panorama tecnologico di oggi. Se in passato la sicurezza era spesso un “extra” inserito alla fine del ciclo di sviluppo, oggi questo approccio non basta più. Con la diffusione delle metodologie Agile e DevOps, i cicli di rilascio si sono ridotti a settimane o giorni, e aspettare la fine del processo per eseguire controlli di sicurezza crea solo ritardi e rischi.
DevSecOps nasce per superare questi limiti, integrando la sicurezza come parte integrante di ogni fase del ciclo di sviluppo. Questo significa che la sicurezza non è più una responsabilità separata, ma viene condivisa tra sviluppatori, team operativi e esperti di sicurezza consentendo di rilevare e risolvere vulnerabilità in tempo reale, ridurre i costi e accelerare il time-to-market.
Definizione di DevSecOps: cos’è?
DevSecOps è la naturale evoluzione dell’approccio DevOps (di cui abbiamo parlato qui) con un obiettivo in più: integrare la sicurezza in ogni fase del processo di sviluppo del software.
Questa pratica coinvolge sviluppatori, esperti di sicurezza e team operativi fin dalle fasi iniziali, permettendo alle software house di creare soluzioni digitali tanto efficienti quanto sicure. Lontano dall’essere una semplice implementazione di nuovi strumenti e processi, quella DevSecOps è una vera e propria trasformazione culturale che vede la sicurezza trasformarsi in responsabilità condivisa, presente in ogni passaggio, dalla prima riga di codice fino al rilascio finale passando naturalmente per il monitoraggio continuo.
Il termine DevSecOps, d’altronde, riassume già in sé le sue tre componenti chiave: development (sviluppo), security (sicurezza) e operations (operazioni).
Ogni elemento ha il proprio ruolo specifico nel processo:
- Sviluppo: si concentra sulla pianificazione, codifica e testing dell’applicazione.
- Sicurezza: entra in gioco fin dalle fasi iniziali dello sviluppo del software. Mentre i programmatori prestano attenzione a garantire un codice privo di vulnerabilità, gli specialisti della sicurezza verificano ulteriormente il software prima del rilascio.
- Operazioni: si focalizzano sul rilascio, monitoraggio e gestione dei problemi del software in produzione.
Insomma, il framework DevSecOps si basa su un approccio altamente collaborativo e integrato, che punta a rendere la sicurezza parte integrante del ciclo di vita del software. L’obiettivo? Creare soluzioni non solo solide, ma anche sicure e affidabili nel tempo sfruttando i vantaggi dell’integrazione dei test di sicurezza in ogni fase del processo di sviluppo.
DevSecOps: la risposta alle sfide della sicurezza moderna
Come abbiamo visto, DevSecOps rende la sicurezza una responsabilità condivisa e rappresenta quindi un approccio in grado di offrire una soluzione concreta alle sfide che i metodi tradizionali non riuscivano a risolvere.
Infatti, nelle pratiche di sicurezza convenzionali, il controllo delle vulnerabilità avveniva solo alla fine del ciclo di sviluppo del software (SDLC – software development lifecycle). Individuare una vulnerabilità comportava quindi affrontare, da un lato, importanti ritardi nel rilascio del software e, dall’altro, costi aggiuntivi per correggere problemi emersi troppo tardi.
Con DevSecOps, invece, la sicurezza diventa parte integrante di ogni fase dell’SDLC, dall’analisi dei requisiti alla pianificazione, fino allo sviluppo, test e distribuzione, garantendo una risposta concreta a quelli che sono gli inevitabili problemi che derivano da tempistiche di sviluppo sempre più strette e aggiornamenti software sempre più rapidi.
Grazie a DevSecOps, i team di sviluppo possono ora individuare e correggere falle di sicurezza in tempo reale, mentre procedono con la creazione dell’applicazione. In questo modo, i processi di sicurezza non rallentano il ciclo di sviluppo, anzi: permettono ai team di stare al passo con release più frequenti e aggiornamenti costanti, evitando rallentamenti tipici delle verifiche a posteriori.
I vantaggi chiave
L’adozione di DevSecOps porta con sé una serie di vantaggi che vanno oltre la semplice integrazione della sicurezza. Volendo riassumere i modi in cui questa pratica trasforma il processo di sviluppo software, basti pensare a:
- Individuazione immediata dei problemi: grazie ai controlli di sicurezza distribuiti lungo tutto il ciclo di sviluppo, i team possono intercettare e risolvere le vulnerabilità del software già nelle prime fasi del progetto. Così, si riducono costi e tempi di correzione, le interruzioni per gli utenti sono minime e il software è sicuro fin dal rilascio.
- Tempi di consegna più rapidi: automatizzando i test di sicurezza si riduce la possibilità di errori umani e si evita di trasformare le verifiche in un ostacolo nel flusso di sviluppo. L’approccio DevSecOps, in questo senso, consente ai team di mantenere ritmi di rilascio veloci e ridurre il time-to-market senza compromettere la sicurezza.
- Rispetto delle normative: prestando attenzione alla sicurezza durante l’intero ciclo di vita del software, i team riescono a integrare i requisiti di sicurezza e protezione dei dati già nelle prime fasi, assicurando così che il software risponda perfettamente agli standard normativi.
- Nuove funzionalità sviluppate in sicurezza: la stretta collaborazione tra i team di sviluppo, sicurezza e operazioni permette a tutti di lavorare con una visione comune sulla sicurezza del software. Il risultato? Nuove funzionalità che offrono valore ai clienti senza compromessi sulla sicurezza.
I prerequisiti per implementare DevSecOps: DevOps e CI/CD
Per adottare DevSecOps in modo efficace, i team devono partire da solide basi di DevOps e integrazione continua (CI/CD). Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
- DevOps: la cultura DevOps consente ai team di sviluppo e operazioni di lavorare in stretta collaborazione, anche grazie a tool e processi di automazione che migliorano sia la comunicazione che la trasparenza. Implementando questo approccio diventa possibile accelerare i tempi di sviluppo, mantenendo flessibilità e capacità di risposta ai cambiamenti.
- CI/CD: la pratica di sviluppo software basata su Continuous integration e Continuous Delivery (CI/CD) automatizza i processi di compilazione e test, garantendo che le nuove versioni dell’applicazione possano essere rilasciate in modo rapido e affidabile.
Con l’integrazione di DevSecOps, la sicurezza viene aggiunta alla pipeline di sviluppo DevOps, diventando una responsabilità condivisa: ogni fase CI/CD include perciò le valutazioni di sicurezza, per garantire che questa sia effettivamente presente in ogni passaggio.
DevOps e DevSecOps a confronto
DevOps e DevSecOps condividono l’obiettivo di ottimizzare il processo di sviluppo, ma si differenziano profondamente per quanto riguarda l’approccio alla sicurezza.
DevOps è infatti orientato a portare un’applicazione sul mercato nel minor tempo possibile. La sicurezza, in questo contesto, viene spesso gestita separatamente, con un team dedicato che esegue i test solo al termine dello sviluppo, subito prima della distribuzione. Sebbene la sicurezza sia considerata essenziale, non fa parte del design iniziale dell’applicazione; piuttosto, viene aggiunta come uno strato aggiuntivo, con un intervento “a posteriori” per identificare e risolvere eventuali vulnerabilità.
Al contrario, DevSeOps integra la sicurezza fin dalle prime fasi del ciclo di sviluppo e ciò significa che i team di sicurezza e sviluppo lavorano insieme in modo continuo, assicurando che la protezione dagli attacchi sia una priorità in ogni fase del workflow DevOps. Questo approccio non si limita a promuovere buone pratiche di sicurezza tra gli sviluppatori, ma introduce anche strumenti e processi automatizzati, come un ambiente di sviluppo integrato (IDE) con funzionalità di sicurezza integrate, per rilevare e gestire le vulnerabilità in tempo reale, senza rallentare il flusso di lavoro.
Ma c’è di più. Perché DevSecOps enfatizza la necessità di un cambiamento culturale all’interno delle software house. Di fatto, non si tratta semplicemente di aggiungere nuovi strumenti per testare vulnerabilità e grado di sicurezza del software, ma di fare in modo che i team di lavoro adottino una nuova mentalità, che vede la sicurezza come una responsabilità condivisa da tutti indipendentemente dal proprio ruolo.
Più di un semplice framework
In effetti, DevSecOps non è solo una metodologia, ma una vera e propria cultura che intreccia persone, processi, tecnologia e comunicazione. Implementarlo significa promuovere un cambiamento che parte dai vertici e si diffonde a tutti i livelli aziendali, trasformando il modo in cui i team software collaborano e affrontano il team della sicurezza.
Con DevSecOps, sviluppatori, team operativi ed esperti di sicurezza lavorano fianco a fianco, andando oltre i ruoli tradizionali di creazione, test e distribuzione del codice. Questa sinergia permette di eseguire test di sicurezza in ogni fase dello sviluppo, dall’inizio fino alla release finale. Mentre gli sviluppatori controllano attivamente la sicurezza durante la scrittura del codice, infatti, i team di sicurezza possono condurre valutazioni più approfondite poco prima del rilascio.
Ma l’attenzione alla sicurezza non si esaurisce qui: una volta che l’applicazione è attiva, i team operativi monitorano costantemente il sistema, identificando possibili problemi e collaborando con sviluppatori e team di sicurezza per garantire che l’applicazione resti sicura e aggiornata nel tempo.
Gli strumenti DevSecOps più comuni
DevSecOps si affida a una serie di strumenti specifici che permettono ai team di sviluppo di monitorare e garantire la sicurezza a ogni passo. Ecco alcuni degli strumenti chiave che aiutano a identificare e risolvere le vulnerabilità durante il ciclo di sviluppo:
- Test statico di sicurezza delle applicazioni (SAST): questo tipo di test analizza il codice sorgente proprietario per individuare vulnerabilità potenziali, consentendo ai team di correggere i problemi prima che il codice venga rilasciato.
- Analisi della composizione del software (SCA): utilizzata per monitorare il software open source all’interno dei progetti, questa analisi aiuta a gestire i rischi, la sicurezza e la conformità delle licenze legate all’uso di componenti esterni.
- Test interattivi sulla sicurezza delle applicazioni (IAST): gli strumenti IAST valutano la sicurezza dell’applicazione direttamente nell’ambiente di produzione, monitorando dall’interno per individuare vulnerabilità che potrebbero emergere durante l’uso reale.
- Test dinamico di sicurezza delle applicazioni (DAST): simulando attacchi esterni, questi test offrono una prospettiva “dall’esterno” sull’applicazione, identificando le potenziali vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate da attori malevoli.
Insieme, questi strumenti forniscono ai team DevSecOps una visibilità completa e in tempo reale sulla sicurezza delle applicazioni, trasformando la sicurezza in un processo continuo e proattivo.
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