La rivoluzione del digitale senza codice: lo sviluppo Low-Code e No-Code
Quando le aziende necessitano di nuovi sistemi di informazione, le strade da intraprendere sono generalmente due: affidarsi ad una realtà esterna specializzata o affidarsi ai propri sviluppatori e programmatori interni. Entrambe queste opzioni permettono infatti di ottenere una soluzione software altamente personalizzata, capace di adattarsi perfettamente alle necessità. Chiaramente, però, la realizzazione di soluzioni tailor-made porta con sé costi e tempi elevati.
Ecco perché nell’attuale era della trasformazione digitale, low-code e no-code stanno rivoluzionando l’approccio allo sviluppo di applicazioni software permettendo alle aziende di trovare soluzioni in tempi veloci e a costi decisamente inferiori. La spiegazione è semplice: le piattaforme low-code e no-code rendono superfluo l’intervento di un programmatore professionista e funzionano attraverso logiche semplici ed intuitive, dal drag and drop ai menu, che permettono anche a chi non ha mai scritto una linea di codice di implementare applicazioni nell’arco di poche ore.
Il low-code e no-code secondo le stime di Gartner
Secondo Gartner, società multinazionale di consulenza strategica, ricerca e analisi relativa al settore della tecnologica dell’informazione, la domanda di sviluppo di app per il business sta crescendo ad una velocità 5 volte superiore rispetto alla capacità dell’IT di soddisfarla. Il risultato è quello che viene spesso definito un vero e proprio gap tra le esigenze di business da un lato e l’IT dall’altro, distanza di non di poca rilevanza in un mondo in cui le aziende fondano il proprio vantaggio competitivo proprio sul digitale, sull’analisi dei dati e sulle applicazioni. D’altro canto, per l’IT mantenere il passo con le costanti richieste e necessità del mercato non è semplice, soprattutto considerate le dinamiche di lavoro che si creano quando ci si occupa di realizzare soluzioni altamente personalizzate.
Non è certo una novità che in rete si diffondano soluzioni e strumenti capaci di rendere i non-professionisti produttori di soluzioni e oggetti digitali. È successo con la fotografia, con i video e con i testi. Oggi, accade con i software.
Per molti low-code e no-code rappresentano un movimento di democratizzazione vero e proprio che permette a chiunque di costruire applicazioni senza avere alcuna competenza in ambito di programmazione. Una novità, secondo Gartner, che espande notevolmente il numero di persone che possono costruire applicazioni software all’interno dell’azienda, alleggerendo il carico sul reparto IT e avvicinando IT e business come mai prima dora, semplificando le fasi di sviluppo, deployment e aggiornamento delle applicazioni.
Come funzionano le piattaforme LC/NC
Se consideriamo lo sviluppo software tradizionale, il ruolo del programmatore è fondamentale. È lui che, grazie alla conoscenza dei linguaggi di programmazione, dell’ambiente di sviluppo, dei processi di deployment e dei protocolli di testing, scrivere le linee di codice per creare programmi e app con le caratteristiche e funzionalità richieste.
Di fatto, le piattaforme low-code e no-code sono ambienti di sviluppo software di tipo visivo che rendono superflue le conoscenze tecniche e di coding e fanno interfacciare l’utente con intuitive Graphical User Interface (GUI). Queste interfacce grafiche permettono infatti, attraverso la logica del drag and drop, di selezionare e connettere tra loro elementi visivi riutilizzabili e unirli in un workflow. Insomma, trasformano la programmazione informatica in programmazione visiva e liberano l’utente dalla necessità di procedere con compilazione e deployment.
Poter contare su approcci di questo tipo significa potersi allineare con maggior efficacia alle esigenze del business, sempre più agile, e del mercato, sempre più veloce e competitivo. Low-code e no-code permettono infatti di aumentare la produttività dei programmatori e coinvolgere un numero sempre più importante di “utenti business” così da ottimizzare l’intero processo di sviluppo e, quindi, accelerare il rilascio dei software applicativi.
L’approccio low-code e no-code, che riduce o elimina del tutto la necessità di scrivere linee di codice, sta avendo un grande impatto sul mercato e non c’è da meravigliarsi. Le esigenze delle aziende, cui aspettative continuano a crescere senza sosta, rendono le tempistiche dei programmatori un impegno a volte troppo grande da sostenere.
Low-code vs no-code
Low-code e no-code sono spesso citati insieme e, per alcuni, il no-code non è altro che uno degli approcci low-code. Entrambi i sistemi vivono infatti di piattaforme con intuitive interfacce grafiche che permettono agli utenti di programmare visivamente soluzioni software più o meno personalizzate, da web app a app mobile fino a siti web veri e propri.
Tuttavia, le piattaforme low-code possono includere del codice e sono quindi soluzioni che, per quanto apprezzate dai non-esperti, possono essere una valida soluzione per gli sviluppatori e programmatori professionisti che inserendo qualche linea di codice hanno modo di creare applicazioni più complesse e di maggiori dimensioni. Le piattaforme no-code, al contrario, eliminano totalmente la necessità (e libertà) di aggiungere del codice e quindi, per quanto limitino le possibilità di personalizzazione, permettono a chiunque di creare soluzioni software.
Low-code: più produttività, pià velocità
Lo sviluppo in low-code, come abbiamo anticipato, richiede che gli utenti inseriscano del codice, anche se ciò avviene in proporzioni decisamente minori rispetto a quanto richiesto dai sistemi di sviluppo tradizionali. Questa è la ragione per cui in realtà sono molti i programmatori e sviluppatori professionisti che ricorrono al law-code per aumentare la propria produttività e riuscire così a rilasciare applicazioni in tempi brevi. Poter demandare alcuni passaggi fondamentali alla piattaforma low-code stessa permette infatti ai programmatori di potersi dedicare a compiti più complessi o quelli che nel complesso garantiscono maggior valore aggiunto.
Secondo una stima di Gartner, infatti, il 66% delle piattaforme di sviluppo low-code sono usate da programmatori professionisti attivi all’interno del dipartimento IT aziendale o da figure ibride con un ruolo business e IT.
In effetti, il metodo low-code permette ai programmatori di sviluppare in velocità riducendo gli interventi manuali (e ripetitivi) al minimo ed accelerando quindi la fase di design. Lasciando alla piattaforma la maggior parte del carico di lavoro di base dallo scarso valore aggiunto, i programmatori possono così dedicarsi agli aspetti più innovativi. Il risultato saranno architetture scalabili realizzate in tempi brevi e dal ROI elevato.
No-code: siamo tutti Citizen Developers
Le piattaforme no-code si rivolgono in modo particolare agli utenti senza competenze tecniche in ambito di programmazione. L’utente infatti può sfruttare l’interfaccia grafica per poter inserire componenti grafiche senza dover scrivere alcuna linea di codice perché il codice coinvolto è generato automaticamente in background dalla piattaforma stessa mentre l’utente, semplicemente, seleziona e posiziona all’interno dell’area di lavoro gli elementi e i blocchi messi a disposizione dalla piattaforma. Insomma, la programmazione visiva dell’utente non è altro che la combinazione di porzioni di codice già scritti.
L’approccio no-code è quindi particolarmente apprezzato da chi, pur non avendo competenze tecniche, è ben inserito nelle funzioni di business, conosce le regole e le necessità aziendali e può quindi sviluppare soluzioni software capaci di rispondere a precise necessità. Queste persone infatti possono creare applicazioni in modo semplice e veloce senza richiedere l’intervento di un programmatore, probabilmente impegnato in molte altre attività. Grazie alle piattaforme no-code, che dispongono di strumenti predefiniti con template e workflow semplificati, gli utenti business si possono così trasformare in Citizen Developers e sviluppare software.
Attenzione però. I software frutto dell’approccio no-code sono funzionali ma basici e hanno limiti per quanto riguarda le possibilità di integrazione. In effetti, il codice è quello inserito dai programmatori della piattaforma stessa e le possibilità di personalizzare il software finale ne dipendono strettamente.
Tuttavia, la velocità di sviluppo e la possibilità di essere utilizzati anche da non esperti contribuisce alla crescente popolarità del no-code. Si consideri poi che sono diverse le realtà in cui la soluzione no-code viene utilizzata come vero e proprio prototipo da presentare al reparto IT. In ogni caso, non dover necessariamente dipendere dalla disponibilità di un programmatore è in molti casi un enorme vantaggio per rispondere con velocità alle esigenze aziendali.
Tra le piattaforme no-code attualmente in circolazione basti pensare a Pipedrive per le necessità del CRM, a Airtable per gli spazi di lavoro in cloud e a Canva per il design grafico.
I vantaggi della programmazione senza codice
Poter adottare soluzioni low-code o no-code può rappresentare un grande vantaggio per le aziende, eccone 5:
- Velocità di sviluppo e di rilascio: in quest’era digitale, in cui le aziende cercano di rispondere e anticipare le domande dei clienti e del mercato, la velocità è tutto. Low-code e no-code permettono di ottenere soluzioni software efficaci e in breve tempo accelerando così il time-to-market.
- Problem solving: soprattutto grazie al no-code, tutti in azienda possono creare business app capaci di rispondere a precise esigenze senza richiedere l’intervento di un programmatore. D’altro canto, tutti possono contribuire in modo più significativo al progetto migliorando la collaborazione tra IT e le altre divisioni aziendali.
- Costi ridotti: non richiedendo l’intervento di un programmatore esperto, la realizzazione di soluzioni software no-code riduce anche il costo delle risorse.
- Maggior produttività: poter realizzare applicazioni software nell’arco di pochi giorni implica poter accettare più commissioni e, allo stesso tempo, poter dedicare più attenzione e tempo alla sperimentazione e all’innovazione. I programmatori possono infatti contare sulle piattaforme low-code per ridurre al minimo gli interventi manuali ripetitivi e dedicarsi agli elementi capaci di aggiungere valore aggiunto al progetto.
- Miglior customer experience: le piattaforme realizzate in low-code sono soluzioni scalabili e flessibili che si possono quindi adattare ai cambiamenti del mercato e alle necessità dei clienti in tempi brevi.