Giulio Michelon – Belka
In questa puntata di Small Talk With… abbiamo avuto il piacere di confrontarci con Giulio Michelon, CEO di Belka.
Giulio ci ha offerto diversi spunti di riflessione in merito al mondo della User Experience così come quello dello sviluppo software.
Giulio Michelon rompe subito il ghiaccio in questo episodio dicendoci che Belka è il nome del secondo cane mandato nello spazio ma che è stato il primo ad esserci ritornato da vivo.
Oltre a questo, Belka è anche il Digital Product Studio con base a Trento di cui Giulio è il CEO e che in questo episodio di Smart Talk With… ci parla anche delle interfacce soffermandosi sulla loro evoluzione e utilità.
Perché è utile investire in un’interfaccia? Giulio ci ricorda che è il primo impatto che abbiamo con un oggetto digitale o concreto e che più intuitivo e semplice si presenterà più la persona sarà incentivata a interagire; diventa ancora più fondamentale se l’interfaccia va ad automatizzare una serie di azioni ripetitive.
In Belka viene posta una particolare attenzione al design che deve essere più human-centered possibile in quanto sono le persone stesse che andranno a utilizzare il servizio in questione: un’interfaccia vincente è un’interfaccia universale, capace di saper parlare a tutti gli utenti senza alcuna distinzione generazionale, linguistica o mentale.
Proprio su questo ci siamo voluti soffermare qualche minuto in più: si riuscirà un giorno a creare un’interfaccia capace di comprendere quale tipo di utente la sta per utilizzare e di conseguenza cambiare a seconda delle sue caratteristiche senza quindi che sia l’utente ad adattarsi all’interfaccia, come succede oggi? Domanda senz’altro curiosa a cui Giulio risponde dicendoci che una cosa del genere già esiste. Anche se rudimentale e del tutto manuale, Facebook permette di compiere una specifica attività come quella di comunicare in tre modalità – e quindi interfacce – diverse: pubblicare un post, inviare un messaggio e pubblicare una storia. In base alle proprie caratteristiche e dimestichezza, l’utente Facebook compie la stessa azione di comunicare ma in modi differenti.
Continuiamo la nostra chiacchierata sul dark pattern, etichetta con cui si fa riferimento a quelle interfacce che in modo indiretto spingono l’utente a compiere delle azioni superflue rispetto a quelle preventivate, come ad esempio capita nella fase di check-out nel sito di Ryanair in cui si tenta di invogliare l’acquirente ad acquistare ulteriori servizi oltre al biglietto aereo. Col tempo, è diventato sempre più difficile riuscire a catturare l’attenzione del pubblico perché bombardato costantemente da input che lo spingono a compiere ogni sorta d’azione e ciò ha inevitabilmente influenzato il marketing e di conseguenza il design.
Concludiamo l’episodio spendendo due parole sull’evoluzione dell’interfaccia. Giulio ci dice che cambiare un’interfaccia a cui si è abituato il pubblico è un’azione che in ogni caso ne scontenta una parte e che per quanto poco funzionale o esteticamente brutto sia un design non viene mai del tutto scartato ma cercato di recuperare il più possibile facendo affidamento a un team sempre più capace e aggiornato.
// PARTECIPA
Giulio Michelon
Chief Executive Officer – Belka